Tregua fiscale 2023: cosa si cancella e i debiti che restano

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tregua fiscale 2023

La tregua fiscale 2023 voluta dal Governo di Giorgia Meloni riguarda alcune delle agevolazioni che vengono riconosciute su:

  • Debiti con il fisco fino a 1.000 euro
  • Imposte sui redditi
  • Irap
  • Iva

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un vademecum nel quale spiega tutte le procedure alle quali possono accedere aziende e famiglie che hanno debiti con il fisco. Solo pochi giorni fa, l’Agenzia delle Entrate aveva diramato una circolare sugli avvisi bonari relativi alle irregolarità dei contribuenti fino al 31 ottobre 2022. Un ravvedimento speciale per consentire a tutti di mettersi in regola. Il ravvedimento speciale consente così di mettersi in regola per le dichiarazioni fino al 2021 considerando anche quelle degli anni precedenti. Inoltre specifica anche come regolarizzare i pagamenti non effettuati dopo un acquiescenza, un accertamento con adesione, un reclamo, una mediazione e una conciliazione giudiziale. Inoltre, il ravvedimento operoso speciale consente ai contribuenti di versare un diciottesimo del minimo edittale delle sanzione, cifra nella quale non rientrano né gli interessi e né le imposte.

Cancellati i debiti con il Fisco al di sotto dei 1.000 euro

La circolare diramata dall’agenzia delle Entrate spiega come ci può essere la cancellazione dei debiti. Si tratta di una cancellazione che riguarda solo cifre inferiori ai 1.000 euro. Riguarda i debiti che sono stati affidati alla riscossione negli anni che vanno dal 2000 al 2015.

Tregua fiscale 2023: agevolazioni per le altre cartelle esattoriali

Il Governo ha previsto di agevolare i cittadini che hanno pendenze con il Fisco. Una tregua Fiscale 2023 che va incontro a chi ha piccoli debiti con l’Agenzia delle Entrate, ma anche per chi ha carichi fiscali che vanno dal 1 gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Un lasso di tempo di 22 anni per sistemare una volta per tutte i conti con il Fisco usufruendo di agevolazioni importanti.

Definiti tutti gli aspetti dei contenziosi con l’Agenzia delle Entrate 

E’ stata fatta chiarezza anche circa i contenziosi pendenti con il Fisco. Riguardano tali aspetti:

  • Conciliazione agevole delle controversie tributarie innanzi alle Corti di Giustizia Tributaria
  • Definizione agevolata delle controversie tributarie 
  • Rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti innanzi alla Corte di cassazione

Per regolarizzare le violazioni, i contribuenti devono versare una cifra di 200 euro per ogni periodo di imposta. Ad esempio, per chi ha 3 violazioni compiute in 3 anni differenti, anche non di seguito, dovrà versare all’Agenzia delle Entrate 600 euro. E così via… I 200 euro che i cittadini verseranno andranno a cancellare delle violazioni o delle omissioni. L’agevolazione nei pagamenti arriva anche in questo caso. Infatti, la cifra è suddivisa in 2 rate da pagare l’una entro il 31 marzo di quest’anno e l’altra entro il 31 marzo del 2024. 

Cosa si può regolarizzare

L’agenzia delle Entrate ha anche specificato quali sono le violazioni in materia fiscale che possono essere regolarizzate e quelle che non rientrano tra le nuove disposizioni del Governo. I proprietari di appartamenti, negozi o altri immobili possono regolarizzare la loro posizione se non hanno comunicato il prolungamento o la chiusura del contratto di locazione a cedolare secca. Ciò riguarda i contribuenti che hanno preferito la formula della cedolare secca che va a sostituire l’IRPEF e le sue addizionali, l’imposta di registro e l’imposta di bollo che bisognerebbe versare nei contratti di locazione.

Cosa non si può regolarizzare

La Tregua fiscale 2023 non prevede la regolarizzazione delle violazioni contestate con atti dell’Agenzia delle Entrate già divenuti definitivi entro il 1 gennaio 2023. Inoltre, non è possibile regolarizzare le violazioni che che si trovano negli atti di contestazione. No alla Tregua fiscale 2023 neanche per le sanzioni che fanno parte della collaborazione volontaria, la cosiddetta voluntary disclosure. TUTTA LA CIRCOLARE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE